La carta è talmente importante nella nostra vita quotidiana che non potremmo farne a meno, eppure è stata inventata diversi millenni dopo l'invenzione della scrittura. Allora su cosa scrivevano gli uomini prima dell'invenzione della carta? Alcune decine di migliaia di anni fa, gli uomini primitivi cominciarono a tracciare graffiti e a dipingere scene di caccia su rocce e sulle pareti di caverne. Essi incidevano anche delle tacche su bastoni, conchiglie, ossa e sassi. Sembra che si servissero di questi segni per contare i giorni, i mesi lunari, gli animali che allevavano. Da queste prime incisioni e pitture, comincia il percorso che porterà alla scrittura, ma comincia anche la storia dei supporti usati per scrivere.
IL PAPIRO: Il papiro veniva fabbricato in Egitto fin dal 3000 a.C.. I fogli di papiro si ricavavano dall'omonima pianta “Ciperus Papirus”, che cresceva rigogliosamente lungo le rive del fiume Nilo, raggiungendo, in alcuni casi, altezze fino a sei metri. L’ “industria“ della fabbricazione del papiro era proprietà del Faraone che ne controllava anche l’esportazione, facendo dell’Egitto un geloso custode di tale ricchezza. Il primo manoscritto è detto “Papiro di Prissi” ed è datato intorno al 2200 a.C.; all'inizio ai papiri vennero affidate le suppliche per le anime dei defunti, le lodi agli dei e al faraone. Solo in seguito i papiri divennero un uso più comune, anche se all'inizio la loro scrittura venne affidata ad un’altra casta chiusa, che era quella degli scribi.
LA PERGAMENA: Nel II secolo a.C., dal papiro si passò alla pergamena; la sua scoperta avvenne nella Misia (una zona dell’odierna Turchia). In questo periodo il faraone Tolomeo Epifanio aveva vietato l’esportazione dei papiri poiché a Pergamo stava sorgendo una biblioteca che, per la sua ricchezza, aveva già messo in ombra quella, allora famosissima, di Alessandria d’Egitto (in seguito distrutta da un incendio nel 48 a.C.). Per questa ragione Eumene II, re di Pergamo, ordinò ai suoi dotti di trovare un materiale che sostituisse i fogli di papiro e questi proposero, con successo, la pelle di pecora opportunamente trattata. Al contrario del papiro, piuttosto fragile, facilmente deteriorabile e per la cui conservazione erano necessarie particolari cure, la pergamena offriva maggiori possibilità di conservazione, come del resto è dimostrato dai numerosi documenti che ci sono giunti. La pergamena venne usata anche come materiale “di seconda mano”, infatti, in periodi in cui ci fu carenza di materia prima, vennero usate vecchie pergamene che presero il nome di palinsesti (da un termine greco che significa raschiate di nuovo) poiché venivano raschiate per cancellare i vecchi scritti e renderle riutilizzabili. La pergamena fu in uso in Europa fino al XIV secolo quando si andò affermando la carta che, costando molto meno, trovò subito un largo impiego.
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